Capo Palinuro: una perla preziosa, tra mito e natura

Luoghi
Immaginate di percorrere una strada tutta curve a strapiombo su un mare cristallino, di camminare sul bagnasciuga di una spiaggia protetta da un meraviglioso arco naturale, e di esplorare grotte in cui l’acqua del mare assume sfumature di colori sorprendenti. Non è un sogno, questo luogo esiste davvero ad appena due ore e mezzo da Salerno, e noi con i nostri Diari Salernitani siamo andati a scoprirlo, lì dove leggende mitologiche e bellezze naturali convivono da secoli: Capo Palinuro, la perla del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Palinuro

Si narra che questo profilo di costa cilentana prenda il nome dal fedele nocchiero di Enea, il coraggioso guerriero troiano protagonista dell’Eneide di Virgilio. La leggenda narra che il dio Nettuno, in cambio della promessa fatta a Venere di proteggere suo figlio Enea lungo il suo peregrinare in mare da Troia alle rive del Lazio, chiese che venisse sacrificato un membro del suo equipaggio: il nocchiero Palinuro. Tradito dal dio del sonno e scaraventato in mare in piena notte, dopo 3 giorni di agonia, Palinuro raggiunse le spiagge del litorale cilentano, ma fu scambiato per un mostro marino e ucciso dagli abitanti del luogo: così come aveva predetto la Sibilla Cumana, il luogo della sua tragica morte porta ancora oggi il suo nome.

La bellezza invidiabile delle grotte di Palinuro

Passeggiare su queste spiagge respirando il mito che si tramanda da secoli, rende il viaggio ancora più piacevole e suggestivo, e ammirare il sole che pian piano cala sull’orizzonte del mare attraverso la finestra dell’arco naturale, è un momento veramente unico e indimenticabile.

Ma Palinuro vanta una bellezza invidiabile anche in luoghi nascosti e protetti dalle insidie dell’uomo: la sua costa, infatti, è tutta un susseguirsi di grotte e calette, in cui la natura dà spettacolo di tutte le sue sorprendenti manifestazioni.

Noi siamo andati alla scoperta delle 5 più famose: la Grotta Azzurra, così chiamata per il gioco di rifrazione della luce del sole che filtra da un cunicolo in profondità, si riflette sulle pareti rocciose e dipinge l’acqua di una sorprendente tonalità di turchese. Lo stesso fenomeno si verifica nella cosiddetta Grotta del Sangue, dove le pareti rocciose hanno un incredibile colore rossastro che si riflette nell’acqua.

Nella Grotta d’Argento, invece, l’acqua del mare incontra quella sulfurea, assumendo un aspetto quasi metallico, ma è nella Grotta Sulfurea, che i colori esplodono tutti insieme e i vapori sulfurei sono più impetuosi.

Infine, la Grotta dei Monaci, che prende il nome dalle spettacolari stalagmiti formatesi nel corso degli anni che evocano le sagome di tanti monaci avvolti nei loro sai.

Non smetteremo mai di stupirci di quanta ricchezza e bellezza unica al mondo ci offra la nostra regione. Noi siamo ritornati a Salerno con tanta voglia di rimanerci, e voi?

 

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