La Badia di Cava de' Tirreni credit foto: campaniacrbc.it
È con queste parole di Paolina Craven che questa volta apriamo i diari salernitani. I versi della scrittrice inglese ci introducono a Cava de’ Tirreni, la nostra meta di oggi.
Sulla strada che collega Salerno a Napoli, Cava de’ Tirreni accoglie i turisti nella valle Metelliana, così chiamata perché un tempo luogo di riposo del console romano Metello, che fa da snodo per il Parco dei Monti Lattari ad ovest, i Monti Picentini ad est e Salerno a sud. Da qui è possibile raggiungere facilmente anche Vietri e Cetara, che un tempo facevano parte del mandamento regio della città, e oggi porte d’accesso per la Costiera Amalfitana.
La città dei portici e della farsa
Cava de’ Tirreni mostra subito all’occhio del visitatore quella che è la sua caratteristica architettonica principale, i portici che attraversano il centro antico della città. Il suo nucleo storico, Borgo Scacciaventi, è ricco di palazzi barocchi e tardo-catalani, che si riempie di giorno di artigiani con le loro botteghe e di sera di giovani in giro tra locali e pub.
La città di Cava è famosa anche per il teatro comico, la cosiddetta “farsa cavajola”. Nel medioevo infatti molti cavesi si spostavano nelle cittadine vicine a divertire gli abitanti con rime satiriche e filastrocche. Quest’usanza si diffuse ben presto a Napoli, per poi arrivare anche oltre i confini italiani, ponendo le basi per lo sviluppo del teatro comico italiano.
Tra disfida dei trombonieri e ludis colomborum
Cava de’ Tirreni è ricca di avvenimenti che animano le strade della cittadina salernitana. Nella prima settimana di luglio per i turisti è d’obbligo assistere alla storica “Disfida dei trombonieri”, una rievocazione folkloristica della battaglia di Sarno del 1460, che vide i cavesi andare in soccorso del Re spagnolo Ferdinando d’Aragona, al quale salvarono la vita.
Oggi la “Disfida” vede contrapposti ogni anno gli otto gruppi di trombonieri, che rappresentano i quattro distretti aragonesi della città e che si sfidano tra loro in una gara di sparo, dove una giuria è chiamata a valutare la tecnica d’uso del “trombone”, l’arma usata nella storica battaglia.
La manifestazione è preceduta da una suggestiva sfilata dei trombonieri in costumi d’epoca lungo le strade della città, accompagnati dagli sbandieratori di Cava de’ Tirreni, famosi in tutto il mondo per la loro abilità e la loro grazia.
Spostandoci appena fuori dalla città, tra le 16 frazioni che circondano Cava, è possibile osservare le 32 torri longobarde che anticamente difendevano la città. Terminato il periodo di saccheggi che ha visto coinvolta Cava de’ Tirreni lungo i secoli, le fortificazione sono state utilizzate come campo da gioco per la “caccia al colombo”, evento che ha coinvolto gli abitanti cavesi fino a pochi decenni fa e che consisteva nell’attirare e catturare i piccioni, durante i periodi di migrazione verso sud, in enormi reti.
Questa usanza è ormai andata dimenticata, ma inoltrarsi tra queste torri storiche ci permette di osservare la bellezza di Cava de’ Tirreni dall’alto, una bellezza valorizzata dalla sua ricca storia architettonica, culturale e folkloristica, una tappa obbligata per chi viene alla scoperta della nostra meravigliosa provincia.
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