Il Pomodoro San Marzano
Vogliamo ripercorrere il viaggio che, nel 1957, portò Domenico Rea, scrittore napoletano, nell’Agro Nocerino-Sarnese per raccontare la storia di questo pregiata varietà di pomodoro e incoronarlo Re degli ortaggi.
Siamo in primavera, quindi i frutti non sono ancora arrivati a maturazione. Ma già si può immaginare, seguendo i tradizionali filari in fil di ferro e canne, cosa diventerà questo paesaggio tra luglio e agosto. Ripassando di qui potremo ammirare l’Agro tingersi di rosso, i contadini chini sui filari, raccogliere i pomodori uno ad uno, rigorosamente a mano e a scalare, seguendo il grado di maturazione dei frutti.
Un sapore frutto di un miracolo
Il miracolo di questo pomodoro viene dall’incrocio di tre varianti di pomodoro molto diffuse agli inizi del Novecento nei campi della valle del fiume Sarno (Fiascona, Fiaschella e Re Umberto).Ma è nelle mani sapienti dei contadini che c’è il segreto della sua bontà: solo loro sanno, guardando il colore e sfiorando la caratteristica forma allungata, quando è arrivato il momento di tirare i San Marzano giù dal filare e destinare la sua polpa densa e sugosa alle nostre domeniche in famiglia.
Un viaggio unico, dalla terra alla tavola
Perché il viaggio di un pomodoro San Marzano segue sempre lo stesso percorso, ogni anno, seguendo i ritmi della natura e le nostre tradizioni. Dai filari alle ceste dei contadini, il viaggio procede fino alle nostre dispense e poi direttamente ai fornelli delle famiglie italiane. Le ore di amorevole cottura, il ragù che “pippea” lento e profuma la cucina, l’incontro tanto atteso con la pasta, racconteranno per sempre le nostre domeniche, l’infanzia, i nonni, i cugini venuti a trovarci da lontano.
La nostra storia familiare e quella di un intero paese.
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