Quattro medici e una notte di pioggia
Salerno all'imbrunire
La “Schola Salerni” fu la prima Istituzione medica della storia, punto di riferimento per il futuro sviluppo della disciplina in tutta Europa, grazie alle sue innovazioni nel metodo e nella pratica medicale.
La leggenda narra che venne fondata sotto gli archi dell’Acquedotto dell’Arce dall’incontro di quattro medici in una notte di pioggia. L’origine attribuita ai medici (latina, greca, araba ed ebrea) rappresenta le quattro culture su cui la Scuola Medica è fondata.
Il filosofo Tommaso d’Aquino disse di Salerno: “Sono altre quattro le città preminenti, Parigi nelle scienze, Salerno nelle medicine, Bologna nelle leggi, Orleans nelle arti attoriali”.
Qualche secolo dopo Wolfgang Goethe scrisse nel “Viaggio in Italia”: “Un altro disegno nacque la sera dalle finestre di Salerno ed esso mi risparmierà ogni descrizione di una terra deliziosa e fertilissima. Chi non sarebbe stato disposto a studiare in questa cittadina nel tempo in cui vi fioriva una università?”
La Scuola Medica fu “fonte d’ispirazione” per lo sviluppo delle Università, che sarebbe avvenuto da lì a breve. L’insegnamento al suo interno fu rivoluzionario per il ruolo riconosciuto alle donne: per la prima volta nella storia della medicina fu concesso anche a loro di poter insegnare e praticare la disciplina, e per questo vennero definite le “Mulieres Salernitane”.
Perché tutti si chiamano Matteo?
Passeggiando su Corso Vittorio Emanuele, luogo principale dello shopping salernitano, ci si accorge subito di quante persone portino il nome Matteo. Dopo qualche minuto, scopriremo perché. Intanto guardiamo distrattamente qualche vetrina e il corso ci porta direttamente su Via dei Mercanti, nel Centro Antico della Città. Ci ritroviamo d’improvviso avvolti dai colori dei negozietti storici e dagli invitanti profumi che invadono i vicoli.
Tra mille tentazioni, raggiungiamo il Duomo, prima tappa del nostro percorso. L’edificio, costruito nel XI secolo, è il più importante monumento cristiano cattolico della Città. Scopriamo così che è dedicato a San Matteo, patrono della Città, e questo spiega perché il nome sia così diffuso! A far compagnia alla Cattedrale vi è il maestoso campanile di stile Arabo-Normanno. All’interno del Duomo sono custodite le spoglie del Santo.
Le Luci d’Artista
Da uno dei vicoletti che tagliano il Centro Storico raggiungiamo la Villa Comunale, il “giardino” della Città e seconda tappa del nostro percorso. Salerno è infatti ricca di importanti spazi verdi a disposizione di tutti. A ricordarcelo ci sono gli storici Giardini della Minerva orto botanico più antico d’Europa, il Parco del Seminario ed il Parco del Mercatello.
La villa si “accende” durante il periodo natalizio con le famosi “Luci d’Artista”, opere d’arte luminose che addolciscono al viaggiatore il percorso nel Centro. La villa si trasforma infatti in un parco magico nel quale potremmo perderci per ore. Gli scenari fiabeschi che ritroviamo davanti ai nostri occhi ci fanno tornare bambini e per un attimo immaginiamo di essere su una carrozza a forma di zucca o di essere i capitani di un galeone pirata. Peccato che non sia Natale, ma per fortuna è primavera e un bel sole ci accompagna. Torneremo a Natale, di sicuro.
L’importanza del mare
La Villa Comunale ci fa da prologo al Teatro Municipale Giuseppe Verdi, costruito basandosi sulle proporzioni del Real Teatro San Carlo di Napoli ed inaugurato nel 1872, ma ci introduce soprattutto verso il terzo luogo del nostro itinerario. Finiamo infatti sul Lungomare Trieste.
Il lungomare ci fa capire cosa è oggi Salerno. Se infatti da un lato gli edifici storici alle nostre spalle ci lasciano l’idea della storia, dall’altro lato c’è il lungomare con il suo porto moderno, che proietta la Città verso il futuro e che pone Salerno al centro dei traffici commerciali del Mediterraneo. Ovviamente il porto non è l’unico punto osservabile. Da qui infatti ci fermiamo ad ammirare i paesaggi che caratterizzano il suggestivo Golfo di Salerno. C’è addirittura chi dice che il profilo di Dante Alighieri sia adagiato su una delle colline che circondano la città, dietro il quale il sole va a nascondersi ogni sera.
Il Castello di Arechi a protezione della Città
Per tutta la giornata, ci siamo sentiti osservati da qualcosa che dall’altro seguiva i nostri spostamenti: alziamo lo sguardo e scopriamo il Castello di Arechi, fortezza Medioevale voluta da Arechi II, alleato di Carlo Magno e Principe del Ducato di Benevento e Salerno.
La costruzione veglia e domina sulla città ancora oggi ed ospita un museo storico dedicato ai padroni angioini, normanni e aragonesi che l’hanno abitato. La raggiungiamo in taxi. Arrivati lassù, il panorama toglie il fiato a tutti i visitatori ed ha pochi eguali al mondo.
Non potevamo scegliere una tappa migliore per concludere il nostro entusiasmante giro a Salerno. Lo scenario mozzafiato ci fa tornare in mente le parole di Alfonso Gatto, il più famoso poeta salernitano, che qui citiamo per salutarvi e che della sua città disse: “Salerno rima d’eterno”.
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