«Aè, riman’ è fest’a Penta!»
Le melanzane, ingrediente principale del dolce
“Accidenti, domani c’è la festa a Penta!”: questo modo di dire, tipico della Valle dell’Irno, viene utilizzato come commento sarcastico per una richiesta, un incarico o un favore che il nostro interlocutore si guarda bene dal portare a termine. Lo abbiamo usato anche noi prima di partire per una breve gita alla scoperta di un piccolo paesino tra le colline della Valle dell’Irno.
Poco distante dalle più note Lancusi, Baronissi e Fisciano, Penta è un borgo davvero piccolo, ma tra le sue stradine si respira la storia: incontriamo il Palazzo della Principessa Maria d'Aragona-Sanseverino (1509); il Palazzo Pacileo (1701), la Casa d'Auria (1586) dal bellissimo stemma pitreo sopra la chiave di volta a Porta Le Fontanelle; il Palazzo Anselone (XVII sec.) in Via S. Rocco; i Palazzi Celentano (sec. XVI) e Auria (sec. XVI) al bivio Penta; il Palazzo Nicodemi (sec. XIX) in Via dietro la Corte; il Palazzo Petroni (sec. XVII), divenuto poi convento, di fronte all'obelisco.
Oggi abbiamo la fortuna di essere accompagnati da un caro amico originario di questi luoghi: ci racconta che l’origine del nome è controversa, che potrebbe avere radici indoeuropee nella lingua còrsa e significare “parte scoscesa del colle”. Secondo altri, invece, il nome Penta è dovuto alla presenza di cinque porte, che delimitano altrettanti punti di ingresso al paese (Porta Coeli, Porta S. Anna, Porta S. Rocco, Porta Lauria, Porta di basso Penta, detta “o’ vuccuo”). Quest’ultima ipotesi, in realtà, sebbene affascinante è la meno accreditata: le cinque porte – ci confida il nostro amico - sono di gran lunga posteriori alle prime notizie del luogo, datate intorno all’XI secolo.
I primi insediamenti di Penta sono antichissimi: la ricchezza di sorgenti e corsi d’acqua sono stati una grande attrattiva nei secoli passati. Il territorio ha avuto poi particolare fortuna nel periodo medievale, quando divenne feudo di casa Sanseverino, la famiglia che nel XV secolo fu insignita del titolo principesco su Salerno. Sebbene la loro fortezza strategica si collocasse nel Cilento, quella amministrativa ed economica era nello Stato di S. Severino, di cui Penta era il riferimento principale.
La mulignana cu’ ‘a ciucculata si inserisce benissimo in questa atmosfera: la sua storia infatti inizia nel periodo aragonese quando, tra il XV e XVI secolo, Penta divenne la zona di residenza estiva della Principessa Marina d’Aragona, zia del futuro re di Spagna Carlo V.
La principessa, molto golosa, ordinava grosse quantità di mulignana cu’ ‘a ciucculata, il dolce della costiera amalfitana, a base di melanzane fritte e cioccolato fondente.
Il nostro amico ci spiega che questo semifreddo dal sapore unico “si odia o si ama”: il sapore del cioccolato fondente, sciolto sulla melanzana e mescolato al liquore Strega, è davvero particolare. La preparazione del dolce è piuttosto lunga e complessa ma se siete tra quelli che ne sono rimasti folgorati, di certo la fatica verrà ben ricompensata!
Per noi questo dolce è stato una piacevole scoperta: ne abbiamo assaggiata una versione “artigianale” fatta in casa da un’anziana donna del luogo. La nota amara del cioccolato e il retrogusto della melanzana si uniscono come in un abbraccio tra amanti che si ritrovano dopo lungo tempo.
Per tutti gli innamorati di questo dolce c’è un appuntamento imperdibile e unico: dal 22 al 24 luglio, alla “Festa della mulignana cu’ ‘a ciucculata” potremo godere intensamente di questo semifreddo originario della costiera amalfitana.
Durante la manifestazione, organizzata dalla Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo e Santa Maria delle Grazie, ci delizieremo anche con i grandi classici della tradizione: polpette, parmigiane, panini, dolci e altre bontà della gastronomia locale.
Tre giorni ricchi di gusto, musica e spettacoli comici, il tutto innaffiato da ottimo vino paesano.
Non poteva mancare la presenza di Pasta Antonio Amato, con il suo progetto dedicato alle Biodiversità ed ai sapori tipici di Salerno: Penta sarà infatti un’altra delle tappe del nostro viaggio alla scoperta di sapori, tradizioni e tipicità locali.
Dopo Paestum, con la Sagra del Carciofo, Castellabate e Pisciotta, dove abbiamo celebrato il pesce e le alici, racconteremo questa festa gustosa e dal sapore insolito.
Salutiamo il nostro amico dinanzi ad una delle porte di Penta e lui, come da tradizione, ci saluta donandoci un’abbondante porzione di dolce da gustare in viaggio.
un piatto unico, completo e veloce da preparare
03 agosto 2020
il sapore dell'estate
06 luglio 2020
Farfalle Antonio Amato con friggitelli, cozze e basilico
30 giugno 2020
Linguine Antonio Amato con zucchine, crema di burro e menta
09 giugno 2020